Tracce di memoria. Sono trascorsi trent’anni da quell’infausta sera del 23 novembre 1980. Il terremoto, evento naturale capace di modificare nel corso dei secoli, la storia ma anche le minimie abitudini di intere comunità. La storia e storiografia ci hanno tramandato molti appunti sull’effetto dei sismi nel corso dei secoli. Quello che resta a memoria d’uomo, più vicino ai nostri giorni, il “terremoto moderno” e quello che le ultime tre generazioni hanno impresso nella memoria. Quel terremoto che “è passato ma non trascorso” come disse lungimirante il compianto Giovanni Mosca allora uno degli instancabili coordinatori dei soccorsi nell’area antistante l’allora funzionante opificio delle MCM che accolse, per molti mesi, accampati e superstiti di un terremoto che si sarebbe rivelato un vero dramma sociale, protratto nel tempo.
Proprio in vista della ricorrenza del trentesimo anniversario del terremoto l’Associazione di Corso Italia “Officina delle Idee”, dal 23 al 27 novembre organizza "Trent’anni dopo": incontri, proiezioni, dibattiti e mostre per tenere viva la memoria dei tragici eventi del 1980. Nel corso della settimana sarà allestita e riproposta, a cura di Ernesto Terlizzi e Gianfranco Duro, la mostra di mailing art del 1981 "Linguaggi Altrui", immagini realtà e documenti raccolti da tutto il mondo per ricordare il terremoto, un anno dopo, e dedicata a Laviano, che fu rasa completamente al suolo. Le iniziative, a cui parteciperanno anche tecnici e politici, locali e regionali, si svolgeranno fra la Casa del Cittadino ed i locali terranei del Castello Doria. Gli ingressi e la partecipazione agli incontri sono liberi ed aperti al contributo di tutti i cittadini.