Il vuoto silenzio di questi giorni di ferie è interrotto, ad intermittenza, dai motori del Canadair che vola a bassa quota con il suo carico di acqua marina destinato agli incendi che stanno interessando la fascia montana dell’Agro. Le solite fiamme di fine estate, che sembrano divampare ad orologeria, anche questa volta non hanno risparmiato il fragile ecosistema dell’Agro, già messo in ginocchio dai dissesti idrogeologici, dalla monnezza accumulata lungo le strade e poi incendiata, dall’inquinamento del fiume Sarno.
Il comandante del grosso aeroplano, giallo rosso, della protezione civile ha più volte virato con ardimento sulla fornace che ha distrutto ettari di bosco ceduo sul monte Saretto a Sarno, sembra un’enorme aquila che si libra nel cielo terso soffiato da un vento fresco, proprio questo complice di esperti piromani, pronti a dare fuoco per soddisfazione, ma tante volte anche per fini molto più inquietanti. A valle, squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Salerno con l’aiuto anche di volontari della protezione civile hanno circoscritto, un vasto incendio di sterpaglie a ridosso dell’A3, tra Angri e Pompei, che aveva minacciato alcune abitazioni che sono state evacuate per alcune ore.