Da anni si occupava della tomba di famiglia, al cimitero di Angri, dov’erano custodite le spoglie di sua nonna, della sua bisnonna e della figlia di quest’ultima. Un giorno, poi, resta pietrificata davanti al loculo perchè scopre che i resti dei suoi morti sono stati spostati – non si sa dove – e al loro posto sono stati tumulati due estranei al suo nucleo familiare. Dopo un’affannosa e vana ricerca tra gli uffici comunali A.P., 47 anni, di Angri, ha deciso di denunciare tutto all’autorità giudiziaria. Un dettagliato esposto è stato notificato al procuratore capo del tribunale di Nocera Inferiore, Gianfranco Izzo.
Nella denuncia la donna – difesa dall’avvocato S.C. – ha stigmatizzato il grave e scandaloso abuso perpetrato ai suoi danni all’interno del Cimitero di Angri e ha denunciato le minacce ricevute quando ha iniziato ad indagare su quanto era accaduto. Il loculo violato – il numero 180 – era in concessione ad una familiare della denunciante, deceduta nel 1937. A.P. è bisnipote della defunta. Nel loculo numero 180 del cimitero di Angri, erano sepolti il feretro della bisnonna della donna, la cassetta con resti ossei della figlia della bisnonna e la nonna.
La signora A.P. dal settembre del 1988, data in cui era deceduta la nonna, e fino al mese di marzo del 2011, aveva personalmente provveduto alla manutenzione del loculo 180, escludendo ogni volontà di restituirlo o di riconoscere diritti altrui sul bene. Poi la sconcertante scoperta. Nel corso del mese di marzo del 2011, la donna si era recata al Cimitero, e aveva riscontrato che sul marmo del loculo 180 non vi erano più la foto nonché l’indicazione nominativa della bisnonna, era rimasta la foto della figlia della bisnonna ma, cosa ancora più sconcertante ed inspiegabile, c’erano le foto di altri defunti, totalmente sconosciuti alla A.P..
Passato lo choc iniziale, la donna aveva chiesto spiegazioni dell’accaduto ai dipendenti ed al responsabile pro tempore del Cimitero. Questi le avevano riferito che, qualche giorno prima, una signora, qualificatasi come A.P., aveva chiesto di spostare dal loculo 180 i resti dei defunti che lì riposavano. A quel punto A.P. aveva avuto la certezza che qualcuno, spacciandosi per lei, aveva fatto spostare i suoi familiari ed aveva usurpato la tomba della sua famiglia, facendo tumulare altre due persone.
Da oltre due anni la donna, nonostante le numerose richieste inviate al Comune di Angri e a tutti gli uffici deputati, non sa con certezza dove siano finite le spoglie dei suoi familiari e non è rientrata in possesso della tomba di famiglia. Solo nel settembre scorso la sventurata ha trovato la foto della bisnonna posta sul loculo 430. Tutto ciò è accaduto pochi giorni dopo che un uomo l’aveva avvicinata, all’interno del cimitero, e con fare minatorio le aveva intimato di “lasciare perdere” la storia del loculo. Ora A.P. chiede giustizia e con la denuncia, chiede al procuratore della repubblica Izzo di procedere penalmente per l’ipotesi di reato di soppressione e vilipendio di cadavere poichè, a tutt’oggi i resti dei suoi familiari risultano praticamente scomparsi per mano, al momento, ignota.
Carmela Scarano (fonte Metropolis)