Nocera Inferiore. Accorpamento del tribunale, incontro al Ministero

Incontro con il ministero della Giustizia per le sorti del tribunale di Nocera Inferiore. Nuovo incontro per trovare una soluzione alla soluzione illogica di aver accorpato le sezioni di Mercato San Severino e Cava de’ Tirreni al tribunale di Nocera Inferiore senza incrementare il numero di pm, giudici e dipendenti della struttura giudiziaria nocerina. Purtroppo, finora il ministero ha fatto solo chiacchiere. Il tribunale di Nocera Inferiore affonda e il ministero lo sa da oltre un anno e mezzo, ma nessuno fa niente. Promesse, promesse, promesse. Chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.

A Salerno, il presidente del tribunale di Nocera Inferiore Catello Marano potrebbe incontrare il ministero della Giustizia, a Roma una delegazione di avvocati e magistrati dovranno incontrare il sottosegretario Costa. Ma saranno ancora chiacchiere? La discussione verterà sul mancato aumento degli organici del tribunale di Nocera Inferiore al quale saranno accorpate le sezioni distaccate di Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino. Per far fronte al 25% di processi e di indagini in più da trattare alla procura e al tribunale di Nocera Inferiore, ma il ministero della giustizia non ha previsto in organico nessun posto per pm oltre a quelli già esistenti e un solo giudice oltre quelli fino ad adesso in carico. Insomma, nonostante il lavoro aumenti del 25% non ci saranno magistrati per affrontarlo.

La situazione grave che si è venuta a creare dal 13 settembre 2013, da quando l’accorpamento è diventato operativo. Rispetto al semestre gennaio-giugno 2013, in quello del 2014 il carico di lavoro è aumentato in media del 30%, arrivando al 65% solo per i fallimenti e al 55% di incremento dei pignoramenti. Per far fronte a una tale domanda di giustizia occorrerebbero almeno 36 giudici e ce ne sono 28 e 12 pubblici ministeri, contro i sette sette in servizio. Il personale di cancelleria è sottodimensionato del 25-30%. Il collasso della giustizia nella area nord della provincia di Salerno è ormai una realtà. E la domanda è sempre quella: «Cui prodest?»

Redazione

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