Scafati. Il Pd e il nodo PUC

Il Partito Democratico scioglie il nodo sul Puc, e lo fa attraverso un comunicato stampa. Nel corso del consiglio comunale fiume di lunedì e martedì sera che ha visto l’approvazione dello strumento urbanistico atteso da quarant’anni, l’opposizione si spaccò in aula al momento della votazione finale. Nessun voto contrario, solo tre astenuti: Nicola Pesce, Michelangelo Ambrunzo e Vittorio D’Alessandro, mentre ha pesato l’assenza del capogruppo dei Democratici Marco Cucurachi oltre al voto favorevole di Michele Raviotta e di Angelo Matrone.

“Nel Consiglio Comunale del 30 giugno il Pd di Scafati, come quasi tutte le forze di centrosinistra, ha mantenuto una posizione di astensione responsabile, che non significa, come è stato dichiarato, non scegliere, o non essere né a favore, né contro – si legge nel comunicato stampa – La proposta dell'Amministrazione del maggio 2011 sul Puc è il risultato di un lavoro a cui ha partecipato fattivamente il centrosinistra e quando, quasi provocatoriamente, questo strumento viene definito come un piano regolatore "comunista", si coglie nel segno perché la matrice della proposta di puc è di sicuro delle forze di centrosinistra che, per tali ragioni, non potevano non condividerne i principi generali ed ispiratori. Con lo stesso spirito collaborativo si è svolto il lavoro nella commissione urbanistica sia delle precedenti consiliature che di quella attuale, rappresentata dal nostro Capogruppo, avvocato Marco Cucurachi – continua ancora il comunicato, che svela come Il PD – era quindi pronto a votare a favore del Puc, ma in sede di consiglio comunale sono stati presentati numerosi emendamenti noti solo alla maggioranza, mai passati per la commissione urbanistica, mai condivisi con le opposizioni, mai esibiti neppure durante l'ultima conferenza dei capigruppo e, tra l'altro, privi dei necessari pareri tecnici. Proprio per arrivare, ove ne sussistessero ancora i presupposti, ad una votazione condivisa, si è chiesto non una proroga circa l'approvazione del piano come pubblicamente dichiarato, ma almeno 24 ore – dato che il consiglio comunale era previsto in prosieguo anche per il giorno 2 luglio – per valutare la portata tecnica degli emendamenti, le ricadute sul territorio e, sostanzialmente, per verificare se i principi ispiratori del piano erano stati mantenuti o stravolti”. Pasquale Aliberti però concesse solo un’oretta scarsa per la discussione degli emendamenti, uno presentato anche da Michele Raviotta e votato favorevolmente: La Sala Venezia da cinema diventerà ristorante. Di fronte a tutto questo quindi: “la scelta dell'astensione, che alcuni hanno espresso votando in aula, altri non presenziando al consiglio è stato il nostro modo per dire Si all'adozione di un Puc per Scafati (non un Puc qualsiasi ma il migliore Puc possibile) ma, allo stesso tempo un forte No al metodo. L'Amministrazione aveva i numeri per approvare qualsiasi cosa, ma le regole non si impongono a colpi di maggioranza, si condividono, a maggior ragione se si approva uno strumento urbanistico nell’interesse della Città, della famiglie e degli imprenditori – infine la conclusione – I giochi di prestigio non sono ammessi, così come non sono ammesse le demagogiche e strumentali affermazioni sul presunto disinteresse del Pd all’approvazione del Piano. Qualcuno aspettava un voto contrario che non c’è stato grazie alla coerenza e grande senso di responsabilità del Partito Democratico di Scafati”.

Un voto contrario non c’è stato, c’è stato però quello convintamente a favore di Michele Raviotta, che seppur in consiglio siede come eletto nella lista civica Cotucit, resta “uomo forte” del partito. Raviotta, assieme ad Angelo Matrone di Fdi, disse di non condividere la scelta di astenersi, ma di votare a favore per una questione di responsabilità verso i cittadini e la città.
Adriano Falanga

Redazione

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