La “bufala” della riapertura del condono edilizio in Campania con la legge regionale n. 16 del 07/08/2014 fa comodo a tutti, ma il perché lo spiegheremo alla fine di questa nota. Nei giorni scorsi diversi organi di informazione (o meglio disinformazione nel caso specifico) hanno annunciato anche con titoli a tutta pagina “Riaperto il condono edilizio in Campania”, senza preoccuparsi di leggere la legge o di farla leggere a qualche esperto. La cosa divertente, poi, è che su queste anticipazioni si è aperto tutto un dibattito tra i favorevoli ed i contrari, ambientalisti e non, e soprattutto tra politici di governo e di opposizione in Regione Campania. Il tutto sarebbe stato anche interessante se solo la notizia fosse stata vera. In realtà trattasi di un tipico caso in cui si annuncia qualcosa che non trova alcun riscontro nella norma per come è scritta.
Spieghiamoci meglio: se per riapertura del condono si intende, come la lingua italiana vuole, la possibilità di presentare nuove istanze per “condonare” abusi di nuova realizzazione o anche già realizzati alle date dei vecchi condoni allora avete capito male, o meglio si sono spiegati male, non è previsto nulla di tutto questo. Non una sola nuova domanda potrà essere presentata. E cosa allora conteneva la legge regionale che ha dato luogo a questa fantasiosa interpretazione? Un passaggio nel quale si modificava la legge regionale del 2004 n. 10. Tale legge prevedeva che i comuni dovessero terminare le istruttorie dei vecchi condoni (quelli del 1985 e del 1994) entro il 31/12/2006. Ora il Consiglio Regionale non ha fatto altro che differire questo termine al 31/12/2015. I Comuni dovranno (dovrebbero) terminare l’esame delle “vecchie” istanze di condono entro Dicembre 2015.
Premesso che tutti i Comuni (per chi opera nel settore è notorio) stavano già continuando – a passo di lumaca o anche peggio – nella loro attività di istruttoria dei condoni senza dare alcun peso alla scadenza superata, del 31/12/ 2006, considerandola un termine di carattere ordinatorio, ora semplicemente si troveranno ad operare con una legge regionale che ha allungato i tempi disponibili per definire le “vecchie” pratiche. Nella sostanza cosa cambia: assolutamente niente. Chi ha una istanza di condono non definita dovrà continuare a seguirne l’iter sul quale i comuni lavorano pigramente e con scarsi risultati, e qui ci sarebbe da aprire un altro capitolo che rinviamo. In conclusione perché la “bufala” fa comodo a tutti? Semplice.
Ai politici di centro-destra ed all’amministrazione Caldoro non dispiace che si diffonda la voce (in vista delle prossime elezioni regionali) che si possano sanare le situazioni più delicate per le quali sono state avviate le procedure di abbattimento in numerose zone della regione dalle procure, situazione di cui spesso si è parlato senza giungere a soluzione. Per il centro-sinistra e l’opposizione in genere è comunque un ulteriore argomento di battaglia elettorale sull’assalto al territorio, sulla cementificazione, sulla distruzione del paesaggio, che nel caso di specie non c’entrano nulla. Ovvero si blatera del nulla ed il cittadino viene disinformato con la complicità di chi non capisce di cosa scrive.
Michele Russo