“Io non mi nascondo, non sono come quel consigliere di opposizione che per ben tre volte ha cacciato via i Vigili Urbani intervenuti per una verifica urbanistica e per la quale abbiamo chiesto un’ispezione giudiziaria”. Lo ha detto e lo va ripetendo Pasquale Aliberti, sia in consiglio comunale che nella lettera inviata al Prefetto e in cui però avrebbe fatto il nome.
Dal Pd si è levato l’invito a fare nomi e meno demagogie, mentre le altre forze politiche chiedono insistentemente che il “colpevole” si faccia avanti. Non tanto per un “reato” che non ha commesso, bensì in nome della trasparenza e del rispetto istituzionale. L’accusa il primo cittadino la ripete quotidianamente, c’è chi crede sia solo un tentativo di strumentalizzare e chi invece vuole davvero andare fino in fondo. Del resto Aliberti il nome lo ha fatto nella lettera inviata al Prefetto Gerarda Maria Pantalone, e voleva farlo durante l’ultimo consiglio comunale, ma a porte chiuse, per “rispetto istituzionale”.
Quale occasione migliore? Invece no, la proposta non fu accolta. Non ci fu reale volontà di approfondire la questione e sgombrare il campo da ogni facile polemica e strumentalizzazione. Salvo poi chiederlo nei giorni successivi sui giornali. “Se fosse vero che un consigliere abbia negato più volte l’accesso alla polizia Municipale per accertamenti, allora questi dovrebbe venire fuori e dimettersi” le parole del piddino Michelangelo Ambrunzo.
Di parere più drastico Gennaro Avagnano: “dopo le ultime accuse che si sono buttati in faccia un po’ tutti gli schieramenti politici di Scafati penso dovrebbero dimettersi in massa – spiega il grillino – sull’accusa del sindaco ad un consigliere di non aver voluto fatto entrare gli agenti di PM, è un’azione che va oltre il diritto legale ma tocca il rispetto dei ruoli istituzionali che andrebbe sempre portato su un piano di piena collaborazione. Quello che mi lascia perplesso é che all’improvviso alcuni consiglieri addirittura di opposizione chiedano le dimissioni di altri quando con tutta la m. che gli passa sotto al naso non le abbiano mai chieste a nessuno”.
Chiede invece la convocazione della commissione Garanzia il civico Michele Raviotta. Commissione presieduta dall’esponente di spicco del Pd Marco Cucurachi: “La Commissione Garanzia non e’ un Tribunale ma un organo di controllo delle procedure adottate dall’amministrazione – esordisce l’avvocato consigliere, poi spiega – Non ci siamo pronunciati sui presunti conflitti di interesse di D’Alessandro, Santocchio ed Aliberti, perché dovremmo occuparci di un presunto abuso di un consigliere. Per questo c’e’ la Procura” ammonisce Cucurachi. “In ogni caso non ho alcuna difficoltà a convocare la commissione sulla materia, non prima, a questo punto, di aver esaminato altre questioni e presunti illeciti di Dirigenti, Funzionari ed Amministratori, che per gravità e cronologia hanno la priorità”
Adriano Falanga