Primo maggio, la stoccata di Vicinanza della Cisal provinciale alla classe politica salernitana. “La piazza è solo dei lavoratori, loro non hanno nulla da festeggiare. Restino a casa”

“Vorremmo che in provincia di Salerno la festa del primo maggio venga festeggiata solo dai lavoratori, quelli veri e che fanno i salti mortali per arrivare alla fine del mese, e non dai politici”. E’ forte la provocazione di Luigi Vicinanza, dirigente sindacale della Cisal provinciale, che in occasione delle celebrazioni del primo maggio continua a puntare il dito sull’immobilismo della classe politica locale sull’emergenza occupazione che continua a imperversare sul territorio. “Chi non riesce a dare risposte a uomini e donne che, quotidianamente, provano a sbarcare il lunario non può e non deve riempirsi la bocca di belle parole e lavarsi la coscienza di fronte a tutto quello che accade nel Salernitano”. In primis, secondo Vicinanza, non va dimenticata la vertenza dell’Arechi Multiservice. “L’Ente Provincia, proprietaria della società, non riesce a pagare gli stipendi ai dipendenti per svolgere opere di manutenzione in scuole e strade provinciali. Tutto questo è colpa di una politica irresponsabile, ha grosse responsabilità nei confronti dei cittadini sempre più poveri e della disoccupazione che aumenta in modo vertiginoso. Ci sono famiglie intere senza nessun reddito e abbandonati da tutto il sistema politico-amministrativo. Quale fiducia o speranza possono avere i cittadini salernitani in difficoltà nei confronti di una classe politica del genere?”.

Poi, la chiosa sulle Fonderie Pisano: “Da quasi due anni è in atto una guerra tra poveri. Ambientalisti e lavoratori quasi si scannano e la politica palleggia tutti sulla delocalizzazione. Aspettiamo che ci scappi il morto? Aspettiate che questa vertenza diventi una guerra sociale? I nostri politici restino a casa questo primo maggio. Loro non hanno nulla da festeggiare”

Infine, la riflessione sul primo maggio. “Sarà la nostra festa, quella dei lavoratori veri. Al lavoro ci crediamo ancora, anche se cercano di rubarlo ogni giorno credendo che non ci sia futuro. Ecco perché oggi i politici non scendano in piazza. Il primo maggio la piazza è solo di chi ha le mani che profumano di dignità, quella che solo il lavoro sa dare”.

Redazione

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