L’Agro Sarnese-Nocerino, è un territorio con una precisa identità storico-culturale, una storia di ricchezza nella produzione agricola, una storia di eccellenze imprenditoriali con vocazioni spiccate in determinati settori produttivi, una storia, purtroppo, anche di critiche situazioni ambientali e disordinati scenari di sviluppo urbanistico frutto di scelte sbagliate o spesso di semplici “non scelte”.
Gli organi di governo di livello nazionale, ma soprattutto regionale, provinciale e locale hanno il dovere di programmare il futuro del comprensorio secondo una visione che non può e non deve essere strettamente campanilistica. E’ necessaria una discussione aperta sulle scelte di fondo, se queste poi riguardano settori strategici ed interconnessi della vita delle comunità, come la mobilità ad esempio, non si vede una soluzione migliore alla partecipazione ed alla condivisione.
Prendiamo ad esempio il caso dei 100 milioni di Euro che la Regione Campania ha destinato al miglioramento della mobilità nell’agro sarnese nocerino. Il tema è quello di una metropolitana leggera-intermodalità della rete ferroviaria-miglioramenti della viabilità. E già qui, occorrerebbe un chiarimento di fondo sull’oggetto e sugli obiettivi dell’azione programmata.
Detto ciò un interrogativo si pone:
è pensabile che un impegno così ingente di risorse in riferimento a problematiche tanto decisive per lo sviluppo e per la qualità della vita delle popolazioni dell’agro possano essere spacchettati in tante piccole decisioni assunte in riferimento alla viabilità del comune X, senza tener contro di ciò che faranno i comuni Y e Z, e soprattutto senza un’adeguata e trasparente cabina di regia ed una discussione aperta?
Quando occorre prendere delle decisioni è evidente che la sintesi risulta necessaria, e se ne deve fare carico la politica. Se le discussioni con larga partecipazione, tipica dei processi concertativi, sono state definite criticamente, in passato, da “curva dello stadio Arechi”, è altrettanto vero che una mole di risorse così ingenti meritino confronti adeguati e non solo il chiuso delle stanze dei decisori finali. Per rimanere nella metafora calcistica passiamo dalla tifosi in curva allo stadio squalificato con partita a porte chiuse.
100 Milioni di Euro rappresentano il doppio, sottolineiamo il doppio, delle risorse complessive del Patto territoriale per l’Occupazione dell’Agro che ha finanziato con quei fondi infrastrutture, riqualificazioni urbane, aree industriali, parchi urbani, centri di quartiere ed altro.
Certo la discussione potrebbe spostarsi poi sugli strumenti della programmazione negoziata, su quelli che appunto erano e sono strumenti, nelle mani dell’operatore, ma non è questo l’obiettivo della riflessione. Del resto molto spesso i nostri politici sono stati più affascinati dal discutere degli strumenti in sé, in discussioni fine a se stesse, e non delle politiche comprensoriali.
Desideravamo solo evidenziare che 100 milioni di Euro sono un importo non comune che meritano la condivisione di strategie, obiettivi e la necessità di guardare ad orizzonti sovracomunali.
Il rischio? Disperdere risorse che potrebbero essere alla base di una rivoluzione dell’assetto della mobilità dell’agro in rivoletti che portino a modeste e poco significative opere, nuove se va bene, di restyling in molti casi. Senza alcun salto di qualità.
Ingegnere Michele Russo