Impegnare i beneficiari del reddito di cittadinanza. Il comune di Angri in deficit di forza lavoro potrebbe presto attingere dall’elenco dei beneficiari del RDC. Le ultime indicazioni legislative infatti indirizzano anche gli enti pubblici ad attingere dagli elenchi dei beneficiari del sussidio promosso dal Movimento Cinque Stelle lo scorso anno.
L’impiego degli aventi diritto al reddito.
L’ente potrebbe impiegare le forze lavoro necessarie richieste nei vari settori della macchina comunale dove si registra maggiore domanda. Agli elenchi potrebbero accedere i settori dei lavori pubblici, manutenzione e servizi cimiteriali, nonché il terzo settore, quello relativo ai servizi sociali e alla persona, che da tempo manifesta penuria di assistenti materiali a persone con disagio fisco, malati, anziani e allettati.
Modalità di impiego molto macchinose.
Quello che però ancora non è chiaro sono le modalità di affiancamento ai beneficiari del “reddito” che dovrebbero essere supportati dai dipendenti comunali incaricati. Il paradosso: l’ente manifesta deficit proprio di personale, una carenza che sta paralizzando parzialmente le attività. Da Roma è arrivata anche la direttiva ai deputati e ai senatori locali di fare uno specifico censimento delle persone beneficiarie del “reddito” da impiegare in tempi ristretti proprio per le attività di pertinenza della macchina comunale.
L’organico.
A oggi tra la “forza presente” ausiliaria del comune ci sono anche gli APU, il personale precario impegnato per la realizzazione di progetti per Attività di Pubblica Utilità al comune di Angri. Alla fine degli anni novanta del secolo scorso l’ente comune contava su una forza d’impiego di ben 385 dipendenti. Nel 2015 la ridefinizione della stessa pianta organica prevedeva 180 dipendenti comunali. Con i pensionamenti e il blocco delle assunzioni l’incidenza negativa sul piano del previsto fabbisogno del personale si è fatta sentire.
Al primo maggio dello scorso anno, senza perequazione, al lordo, sarebbero al di sotto delle 90 unità lavorative in forza all’ente. La nuova pianta organica attuale prevederebbe 160 i dipendenti, ma tolti i pensionamenti, personale aggregato, in comando, trasferiti e altre eccezioni personali si arriverebbe presumibilmente a una forza lavoro con poco meno di 85 unità. I lavoratori del reddito potrebbero, caso mai, arginare questa deriva. È tutto, comunque, da verificare.
Luciano Verdoliva