Scafati. Gli appetiti politici sulle partecipate, da Acse alle farmacie

Acse, Farmacie ed Ex Copmes. Riflettori accesi per evitare speculazioni sui gioielli di famiglia

L’appetito vien mangiando, e a far politica, governando. Che ci sia aria di crisi in maggioranza è cosa oramai nota, e il sindacato di Cristoforo Salvati finirà con il diventare quello dei gruppi “usa e getta”. In meno di un anno dal suo insediamento, e con quasi tre mesi di lock down istituzionale, la maggioranza ha avuto il tempo di creare e disfare gruppi. Uno, Scafati Al Centro, ha tenuto banco ufficialmente per contrastare la scelta di servirsi di ex Equitalia per la riscossione coattiva dei tributi. Un paio di scivoloni in consiglio comunale, poi la nomina di un assessore (Paola Tedesco) per Salvati Sindaco e la pace siglata tra i leghisti e il loro vicesindaco Peppino Fattoruso, ha fatto “rinsavire” i dissidenti. Ed Equitalia è arrivata a Scafati. Con l’approssimarsi del rinnovo dei vertici Acse ad andare in “gestazione politica” sono stati i fuoriusciti di Fratelli D’Italia, o meglio i fuoriusciti a metà, quelli con un piede dentro e uno fuori. Hanno partorito un nuovo gruppo, fuori da Fdi ma che si chiama Fdi, critici con l’operato dell’amministrazione ma fedeli alla stessa, propositivi ma che sognano la sfiducia al loro stesso Presidente del Consiglio Comunale. Sullo sfondo, politichese a parte, vi sarebbero alcuni appetiti su deleghe e nomine che il sindaco ha voluto tenere per se. Su tutti l’Acse. “Prima il regolamento per stabilire i criteri per le nomine, poi il bando pubblico per la decisione” ha fatto sapere Salvati. E mercoledì prossimo dopo quattro mesi torna l’Assise pubblica. Due regolamenti per lo stesso argomento: decidere come nominare l’erede di Daniele Meriani. “Potevano mettere all’ordine del giorno il nostro regolamento ed emendarlo, durante la discussione” le parole di Michele Grimaldi. Del resto, quel documento di 16 articoli è stato presentato da 7 consiglieri di minoranza su 9. La maggioranza ha però deciso di portare in aula anche uno proprio, meno restrittivo, di 12 articoli. Entro fine mese ci dovrebbe essere il nuovo amministratore della partecipata che movimenta un giro d’affari di circa 12 milioni di euro. Potrebbe essere un commercialista, con alle spalle esperienze pregresse nella gestione di società multiservizi e di raccolta rifiuti. Ma l’attenzione non può soffermarsi solo sull’Acse. A 2020 inoltrato la città aspetta ancora il bando per la vendita delle 5 farmacie comunali. Un affare da oltre 7 milioni di euro, iscritto nel piano di riequilibrio e approvato dalla Corte dei Conti. Basti pensare che soltanto la farmacia del centro Plaza fattura da sola quasi quanto l’Acse. E rischia di finire nel dimenticatoio anche la Scafati Sviluppo. La società di trasformazione urbana è fallita nel 2017. Il Comune di Scafati ricopre un triplo ruolo, quello di creditore, socio unico della fallita società e proprietario delle aree comuni, oltre ai 20mila mq circa di terreno non ancora edificabile. “Come si verifica in tutti i fallimenti, il soggetto fallito conserva responsabilità, compiti ed interessi legittimi che competono al legale rappresentante, figura giuridicamente diversa e distinta dal curatore – spiega Michele Russo, leader di Insieme per Scafati – Nel caso di Scafati Sviluppo, stando ai pubblici registri attuali, il legale rappresentante sarebbe un consigliere comunale”. Consigliere comunale che dovrebbe essere Alfonso Di Massa. “E’ evidente che occorre fare chiarezza su tale aspetto, e capire chi e come stia tutelando gli interessi del Comune di Scafati socio unico del soggetto fallito. In questi 11 mesi di amministrazione comunale non abbiamo registrato iniziative né interessamenti alla vicenda, almeno evidenti per quanto a conoscenza dei consiglieri comunali”.

Adriano Falanga