Angri. Da poco tempo ha aperto, nel centro di Angri, una libreria affiliata a un noto marchio dell’editoria nazionale, un ottimo segnale, non solo perché il periodo non è dei migliori per investire, ma anche perché quando apre una libreria è segno che in un paese si intravede una radice culturale. Si sfida la vuota desolazione dei “loci horridi” presenti in molte nostre zone, per creare invece una sana dimensione di “locus amoenus” abitata dal dialogo e dalla piacevolezza. Da tutto ciò viene fuori un dato opposto e allarmante: la chiusura silenziosa delle edicole.
Sempre meno edicole.
Infatti delle 11 edicole censite nel 2015, oggi se ne contano solo 4: Angri ha perso 7 edicole negli ultimi 5 anni. Un fenomeno spiegabile in virtù della grande diffusione delle informazioni in digitale. Si sono persi tutti gli usi e i costumi di una volta, ora si è legati agli smartphone, ai tablet, al PC e quindi alla tecnologia e il giornale con l’inconfondibile odore della sua carta, non è più in cima alla nostra scelta per informarci e acculturarci.
Il giornale sempre meno diffuso.
Sistemi e modi diversi hanno definitivamente cancellato la vita breve del giornale. Un altro motivo non trascurabile, che ha definitivamente sancito la fine dei negozi di rivendita di giornali, è il mercato collaterale degli articoli di editoria: i volumi di parole crociate, i puzzle, i libri da colorare per i bambini, le collane di libri, merce che sarebbe dovuta andare al macero, viene invece, in maniera a volte illegale e a prezzi stracciati, venduta in negozi di ogni genere, a volte la troviamo anche sui banchi nelle fiere o nei mercati.
Ci apprestiamo a vivere un secondo semestre difficile per il commercio, per via del post corona virus, ma ancora più difficile sarà per le ultime edicole, infatti anche se si stanno attivando le associazioni di categoria, facendo da tramite con il mondo della politica per poter offrire loro un ristoro economico, finora non è arrivato nessuno sostegno dallo Stato pur essendo rimaste aperte nel periodo di pandemia: di questo passo di sicuro ne perderemo per strada qualcun’altra.
Aldo Severino.