Scafati. Diffamazione a mezzo social, Aliberti condannato

Scafati. Diffamazione a mezzo Facebook, condannato Pasquale Aliberti alla pena di sette mesi di reclusione oltre spese processuali e un risarcimento

Pasquale Aliberti
Pasquale Aliberti

Scafati. Diffamazione a mezzo social, Aliberti condannato.

Diffamazione a mezzo Facebook, condannato Pasquale Aliberti alla pena di sette mesi di reclusione oltre spese processuali e un risarcimento che sarà stabilito in separata sede. Ad essere stato diffamato, secondo la sentenza emessa dal giudice Giuseppe Palumbo del Tribunale di Nocera Inferiore, è l’avvocato Mario Santocchio. La pena è stata sospesa con la non menzione nel casellario giudiziario. Ovviamente l’ex sindaco potrà ricorrere in Appello.

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La seconda condanna per Aliberti.

E’ la seconda condanna, con la stessa motivazione, che Aliberti incassa in questi primi mesi del 2021. Lo scorso gennaio nei suoi riguardi un decreto penale di condanna seguito alla querela sporta dalla segretaria comunale Giovanna Imparato. In questo caso Aliberti, impugnando la sentenza, sarà sottoposto a giudizio il 27 aprile prossimo. Sono però decine le querele in corso sporte da esponenti politici contro le esternazioni a mezzo social scritte da Pasquale Aliberti, lo stesso ha più volte querelato gli avversari politici per lo stesso motivo. Una sua precedente querela nei confronti di Santocchio, che lo definì il “Cetto la qualunque” della politica scafatese, fu invece archiviata.

I fatti.

I fatti risalgono a un post su Facebook, scritto da Aliberti nell’aprile 2017, in cui sarebbe stata offesa “la reputazione e l’onore” dell’avvocato in quota Fratelli d’Italia, legato alla gestione degli appalti a Scafati. In quel periodo, infatti, Santocchio aveva attaccato l’ex sindaco per il fallimento della Scafati Sviluppo, parlando di “una morte annunciata, nonostante i vari tentativi del primo cittadino e dei suoi fedelissimi di nascondere gli atti della società di trasformazione urbana interamente partecipata dal Comune”. Secca e piccata la replica, sempre a mezzo social. “Lui è quello che cercava di essere candidato alle politiche in cambio di un finanziamento di 5 milioni a un gruppo di casalesi capeggiati da Di Caterino” il post diffamatorio, e successivamente: “Usa la violenza del linguaggio per non aver realizzato il centro commerciale, mi attacca per la mia vicenda giudiziaria per la quale non è neppure iniziato un processo. Si mortifica una vicenda per cui c’è una condanna di primo grado di 5 anni per il cognato? Vuole il silenzio? Nel giorno della festa della Liberazione noi rivendichiamo il diritto alla parola”.

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Per Santocchio è stato un “linciaggio mediatico”.

Secondo Santocchio, in quel periodo Aliberti lo avrebbe sottoposto a un “linciaggio mediatico”, con l’adesione anche di altri soggetti. L’ex sindaco faceva riferimento ai presunti rapporti tra l’ex sottosegretario Nicola Cosentino, Santocchio e alcuni esponenti dei Casalesi. Vicenda legata a un’inchiesta per fatti avvenuti nel 2007, in cui il politico di Fratelli d’Italia, secondo l’accusa, pressò Cosentino per ricevere la candidatura alle Politiche che si sarebbero svolte di lì a poco. Santocchio è stato successivamente prosciolto da ogni accusa.
Adriano Falanga

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Redazione

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