“Il confronto è fondamentale”. Ha fatto presente l’Arcivescovo Tommaso Caputo, che insieme al sindaco di Pompei,. Carmine Lo Sapio, ha partecipato alla conferenza stampa a margine del tavolo informativo sul preliminare PUC, presentato dall’architetto Pasquale Miano, che ha registrato anche la presenza anche del direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel (non intervenuto in conferenza stampa). “Noi siamo persone di relazione. Se si approfondiscono le relazioni – Ha spiegato Monsignor Caputo – c’è sempre un arricchimento reciproco. Anche su questo argomento (PUC) che è atteso oramai da decenni auspichiamo possa portare (ndr. la relazione) aiuto e benessere a tutta la comunità pompeiana”. L’intervento di Caputo ha fatto da preambolo su quello successivo del sindaco di Pompei che si è soffermato sul ritardo, oramai eccessivo, che ha caratterizzato il PUC di Pompei. Ritardo su cui il sindaco ha ammesso le sue responsabilità, considerato l’indubbio protagonismo che ha avuto in politica nell’ultimo ventennio. Poi Lo Sapio è passato al commento degli interventi della sua amministrazione. Vale a dire la manutenzione stradale del reticolo comunale compreso il ripianamento delle buche “Prima non si parlava d’altro, ora non ci sono più buche stradali a Pompei”. Ha argomentato Lo Sapio, facendo anche riferimento all’intervento regionale del sistema fognario con aperture di cantieri di manutenzioni e allestimenti in diversi punti del centro storico e delle periferie. Il preliminare del PUC, commentato da Miano, oramai memoria storica dell’urbanistica locale a cui vengono aggiornate di volta in volta le statistiche, ha visto come presenze al tavolo, oltre le tre figure apicali dei tre Enti (statale, religioso e comunale), quella del presidente del consiglio comunale e dell’assessore all’urbanistica del Comune di Pompei. Il preliminare al Puc porta il corredo informato dei dati statistici che costituiscono vincoli e punti di forza (quando ci sono) su un territorio disegnato con l’aggregazione di pezzi sottratti alle comunità circostanti, disposti a ruota attorno all’asse centrale della città di Bartolo Longo, fondata intorno ai due pilastri del Parco Archeologico (tra le mura antiche) e il Santuario della Madonna del Rosario. Viene palesemente indicata nella contrada Civita Giuliana la vocazione ad un ruolo turistico nella valorizzazione del paesaggio agricolo con vicinanza strategica al Parco Archeologico su un versante ancora non provvisto di ingresso, mentre, scorrendo l’elenco delle altre contrade, si segnala l’arretratezza in termini di servizi. Altra nota dolente è la mancanza di un sistema di comunicazione efficiente mentre le cifre dei flussi turistici non trovano un adeguato riscontro sul dato dell’ospitalità alberghiera che però ha registrato negli ultimi tempi un parziale miglioramento. Alla fine è stato rivolto a Lo Sapio il quesito sul “PUC che avanza” con due iniziative a risvolto urbanistico (EAV ed RFI) che prevedono la quasi totale trasformazione urbanistica del versante occidentale e quello orientale di Pompei motivate da due esigenze ferroviarie diverse: la confluenza tra le reti della Circumvesuviana e delle Ferrovie dello Stato in un unico snodo ferroviario (nel progetto Hub) ed l’eliminazione di quattro passaggi a livello sul percorso ferrato Pompei – Poggiomarino della Circumvesuviana. “Non si può privare Pompei di iniziative importanti di miglioramento urbanistico per andare incontro agli interessi privati di pochi che non vogliono espropri di parti delle loro proprietà”. E’ la considerazione a supporto della decisione della componente politica che comanda a Pompei. In poche parole per la partenza del progetto Eav sarebbe stato superato ogni indugio mentre dovrebbe partire domani la prima fase consultiva, a livello di maggioranza politica, che dovrebbe estendersi a livello integrale della popolazione dialogando con i residenti del quartiere interessato all’intervento di cambiamento urbanistico. Non sono stati ancora resi noti i tempi e le modalità di partecipazione al dibattito, considerato che si tratta di rendere operativo un pezzo di PUC praticamente deliberato a stralcio fuori dal contesto sociale.