Si è verificato proprio colpo di scena sulla delibera all’ordine del giorno del consiglio comunale dell’8 luglio sulla regolamentazione del referendum popolare che in quanto strumento della democrazia diretta avrebbe migliorato lo spirito civico di partecipazione e mitigato l’allontanamento dalla politica di tanti cittadini (specialmente giovani). Imprevedibilmente la maggioranza ieri ha votato contro l strumento del referendum argomentando che è preferibile rinnovare il vecchio regolamento. A tanti è sembrata la classica scusa di chi dice che vuol cambiare tutto per non cambiare niente. Iniziativa che, secondo il commento dalla minoranza, ha deluso le aspettative di tanti che erano state alimentate nel corso della prima commissione istituzionale presieduta da Giuseppe del Regno. A proposito di questo organismo istituzionale che serve a preparare il lavoro di consiglio con le stesse formalità e garanzie di partecipazione bisognerebbe sapere. “Quale pubblicità ha avuto la sua convocazione? Perché non è stata inserita come prevista nel portale istituzionale? Come mai non risulta la partecipazione dei pompeiani in presenza o diretta streaming come stabilito formalmente e mai attuato dall’amministrazione Lo Sapio? A proposito bisogna registrare la prontezza con cui il segretario generale, nominato dal sindaco in carica, si è immediatamente adeguato al clima di Palazzo che non ha mai brillato per trasparenza e comunicazione e che su questo terreno vede una sotterranea complicità di casta delle due componenti politiche. “Città della cultura o medio evo a Pompei”. Di Casola ha messo alla prova la politica del Palazzo per spronarla verso il potenziamento democratico. La risposta arriva coi voti di bocciatura alla proposta di delibera del regolamento di referendum popolare. “Quale urgenza ?” E’ il parere espresso a riguardo di Sapio acui ha fatto eco la consigliera Piedipalumbo: “E’ una questione di metodo” In ogni caso la vivacità del dibattito è apparsa irrispettosa al sindaco di Pompei che per l’ennesima volta ha criticato forme, toni e metodi utilizzati nel dibattito politico dei consiglieri comunali di opposizione. “Non ci starò più alle offese continue”. Non è la prima volta che lo si sente far ricorso a minacce di querele ma non appare il suo metodo di contrattaccare punto su punto invece di cercare il dialogo la strategia vincente nel gestire il consenso politico arrivato dal corpo elettorale che ora si sta palesemente assottigliando col disimpegno di pezzi consistenti del suo elettorato. Anche sulla regolamentazione delle installazioni di impianti di telefonia mobile e tecnologie assimilabili sono venuti a mancare i numeri necessari per assicurare ai cittadini una maggiore sicurezza riguardi ai pericoli delle onde magnetiche emesse dagli impianti di telefonia mobile. A riguardo Di Casola ha fatto notare che nel corso del dibattito non è arrivata nessuna risposta da parte del sindaco di Pompei, che si è rimesso ai dirigenti, violando il regolamento e il buon senso che prevede le risposte ai quesiti della minoranza politica personalmente dal sindaco o dai suoi assessori delegati.