Covid. Scuola: De Luca, Governo perde tempo, se situazione drammatica, farò da solo

Campania, scuola. COVID: De Luca, "si è perso del tempo prezioso senza prendere decisioni nette, seguendo la linea delle mezze misure"

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca

Covid. Scuola: De Luca, Governo perde tempo, se situazione drammatica, farò da solo

“Ritengo utile ritardare di due – tre settimane il rientro in classe, almeno per le primarie e le medie inferiori, e sviluppare una campagna di vaccinazione vasta per la popolazione studentesca. Sarebbe un sacrificio limitato, in cambio di un beneficio rilevante, soprattutto in un mese che registrerà prevedibilmente una forte crescita dei contagi”. Lo dice in una intervista a La Stampa il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Un prezzo troppo alto

“La Campania ha pagato il prezzo di tutte le regioni italiane, avendo evitato danni sanitari pesanti, nella realtà più giovane d’Italia e a più alta densità abitativa – afferma – Abbiamo proposto con grande pacatezza una riflessione che parte dai dati del contagio. Se si ritiene di ragionare, si possono fare le scelte più utili e meno dolorose nella situazione data. Se ci si chiude, ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Io ho detto quello che penso. La decisione spetta al governo. Se poi la situazione dovesse diventare drammatica, la Regione farà quello che ritiene necessario per la tutela della salute pubblica”. Uno slittamento di tre settimane, per De Luca, “sarebbe ragionevole”.

Tempo perso

Per De Luca, “si è perso del tempo prezioso senza prendere decisioni nette, seguendo la linea delle mezze misure. Componenti interne al governo impediscono scelte nette, efficaci e in tempo utile. Cosa si aspetta a rendere obbligatorio il vaccino per il pubblico impiego, per il personale viaggiante pubblico e privato? Cosa si aspetta a varare un piano per la sicurezza serio, che impegni decine di migliaia di agenti per controllare il rispetto delle ordinanze? Non ho visto una sola pattuglia impegnata a sanzionare chi non usa la mascherina, neanche come atto di dissuasione. Per non parlare della comunicazione istituzionale che è stato un esempio clamoroso di confusione, di contraddittorietà. È proprio impossibile ottenere che parli in maniera chiara, e solo lui, il ministro della Salute o un’unica autorità sanitaria, in sostituzione di questo pollaio insopportabile a cui stiamo assistendo da mesi?”.

LaPresse

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