Riparte sempre più incisivo da parte dei pompeiani l’allarme di inquinamento ambientale che in questi giorni di caldo torrido diventa sempre più invasivo per la salute dei pompeiani (specie nelle periferie) a causa dei numerosi roghi illegali con cui nei fondi agricoli e negli ammassi di scarti del commercio del mercato dei fiori viene incenerito materiale edile, chimico e automobilistico (come le gomme) fortemente inquinante mentre i fumi illegali nei roghi pomeridiani e notturni penetrano con le sintesi di queste sostanze in tutte le case delle varie periferie di Pompei. Forti risultano essere nello specifico le denunce formali o meno presentate alle forze dell’Ordine e quelle certificate sui social con abbondante materiale fotografico non solo riportato dal combattivo consigliere comunale d’opposizione Di Casola ma anche da contribuenti pompeiani che hanno un nome e cognome e commentano in forma estremamente dura il perdurare di tale stato di cose. Nei post che tutti hanno potuto leggere viene denunciato assiduamente il deposito abusivo di spazzatura non prelevato per tempo e pertanto anch’esso nocivo alla salute. Il presidente del consiglio comunale La Marca (peraltro leader della lista civica che esprime l’assessore all’ambiente) intervistato a riguardo ha confessato di non essere informato sul problema e chiederà una relazione informativa al comando dei Vigili Urbani allo scopo di chiedere all’assessorato all’Ambiente di Pompei di assumere con urgenza provvedimenti di contenimento del fenomeno di inquinamento ambientale, non solo a causa dell’abbandono di spazzatura di ogni genere ma dovuto anche ai roghi illegali e alle falde acquifere potatrici di veleni (originate tra l’altro dalla rete del fiume Sarno). Tra l’altro quando si parla di inchieste e accertamenti da mettere in campo con l’ausilio della Polizia Municipale viene in mente che il personale di questo corpo di polizia denuncia da tempo di essere falcidiato dal male del secolo (e il numero dei decessi recenti parla chiaro) ed è proprio questo personale impegnato costantemente sul territorio a chiedere alle autorità preposte di accertare se ci sono presenze di amianto o altre sostanze tossiche nei loro ambienti lavorativi. La risposta che abbiamo dato a riguardo è che è arrivato il momento di replicare all’assenza di provvedimenti efficaci di contrasto di partire con iniziative concrete di mobilitazione che partano dalle aggregazioni sociali di Pompei come le famiglie, le parrocchie, i sindacati e le forme associative di quartiere per chiedere all’Amministrazione comunale, alle forze dell’Ordine e della Magistratura di dimostrare coi fatti l’attività di contrasto messa in atto contro l’illegalità ambientale sul territorio di Pompei. Sta nei fatti che per esempio per quanto riguarda i roghi illegali, che sono evidenti e costanti durate tutta l’estate e pesano gravemente sulla salute dei pompeiani, sono numerose le denunce partite dalle famiglie a fronte delle quali non risulta neanche una sanzione o un verbale di denuncia trasmesso alla magistratura. Bisogna arrivare ai livelli di precarietà ambientale e sanitaria pari a quella rilevata nella terra dei fuochi per deciderci ad avviare una ferma azione politica di rivendicazione del diritto alla salute? E’ evidente che ci siamo quasi arrivati. E’ solo una questione di statistiche ufficiali.
Mario Cardone