Addio alla sede di Intesa San Paolo in Corso Ettore Padovano, alla base c’è una ottimizzazione aziendale ma è forte la polemica delle opposizioni.
Il caso
Ha sicuramente colpito il dibattito cittadino la notizia degli ultimi giorni che riguarda la storica sede del circuito bancario italiano. Una questione che ha subito preoccupato la cittadinanza, triste delle chiusura di un centro economico cruciale storicamente per la città paganese. A fare chiarezza sul caso ci pensa in primis il sindaco Lello De Prisco, che nonostante tante critiche infondate ha seguito in prima persona l’iter che ha portato ad abbassare la serranda la storica sede Intesa Sanpaolo. “Ho avuto modo di incontrare la dirigenza, che mi ha spiegato che alla base della chiusura non sussiste nessun problema particolare. La sede ha chiuso all’attivo nel 2022, ed è da qualche anno che ormai è diventato un solo centro di consulenza con annesso bancomat”.
Le preoccupazioni dell’opposizione
Dall’opposizione consiliare si leva però un grido di forte dissenso, raccolto nel caso dai consiglieri di opposizione Vincenzo Calce e Anna Rosa Sessa. “L’ennesimo colpo al cuore per una strada che, ormai da tempo, anche a causa della chiusura della scuola elementare “Manzoni”, è oggetto di una desertificazione senza precedenti per la storia di Pagani” sono le considerazioni di Calce e Sessa “Chiediamo a chi oggi rappresenta la città di intervenire e di farsi sentire nelle sedi opportune per verificare se rispetto a tale scelta ci sia ancora la possibilità da parte della direzione centrale di ravvedersi e di prolungare la presenza dell’istituto di credito a Pagani”.
Un servizio trasformato
Sulla questione in realtà De Prisco aveva anticipato i suoi oppositori consiliari, chiedendo sicurezze alla stessa Intesa Sanpaolo nell’affidabilità del servizio, bancomat soprattutto. “Nell’incontro che abbiamo avuto con la dirigenza ci è stato spiegato come il “bancomat” verrà sempre più sostituito dal percorso Mooney, esistente in tantissime attività nostrane. La desertificazione è diventata uno slogan” conclude De Prisco. Esistono infatti 30 e più attività sul territorio che potranno consentire operazioni di prelevamento e pagamento, sostituendo di fatto la funzionalità di una sede storica ma diventata inutile.