Angri. Sdegno e indignazione per la storia di Maria Cascone

Maria è affetta fin dalla nascita da una grave disabilità agli arti inferiori. Le è stato assegnato due anni fa un alloggio di edilizia popolare posto al terzo piano di un immobile con un ascensore che non è mai entrato in funzione.

Ha sollevato indignazione in città la storia di Maria Cascone, affetta fin dalla nascita da una grave disabilità agli arti inferiori a cui è stato assegnato due anni fa un alloggio di edilizia popolare posto al terzo piano di un immobile con un ascensore che non è mai entrato in funzione.

La storia

Le vicissitudini della donna cominciano non appena prende possesso della casa in via Don Carlo La Mura ad Angri, bella e soleggiata, che si trasforma presto in una prigione dorata dalla quale non può uscire facilmente, così rinuncia a stare tra la gente, a partecipare alle feste, rinuncia agli inviti, inizia per lei una vita di emarginazione sociale, preferendo uscire ogni tanto proprio, una volta a settimana quando le va bene e con enormi sforzi.

Maria aiutata dal compagno

Per scendere e salire Maria si aggrappa con tutte le sue forze alla ringhiera delle scale mentre alle spalle l’aiuta il compagno 80enne Luigi, che sta attento a sostenerla per il timore di una possibile caduta. Il suo problema riguarda i piedi detti “torti equini” che si presentano rivolti all’interno e con i talloni non sviluppati. Quando inizialmente si era trasferita nella nuova casa, pensava che prima o poi l’ascensore sarebbe stato attivato mentre invece sono passate settimane, poi mesi, arrivando a ben due anni. Ogni speranza diventa vana e capisce che sarà sempre così.

La scheda rubata

Nel frattempo, qualcuno ruba pure la scheda madre dell’ascensore, ricomprata dal compagno di Maria Cascone e da altri due condomini per una spesa di circa 640 euro. Fra i condomini, alcuni vogliono l’ascensore ed altri no; in tutto questo a peggiorare le cose la mancanza di un amministratore. Una situazione complessa, in cui Maria chiede pure aiuto ad un legale, parte una prima diffida alla volta del Comune di Angri, seguita da una ampia petizione di firme di altri condomini. Nessuna risposta. Parte una seconda lettera, anche stavolta silenzio.

Le comunicazioni all’amministrazione

La protagonista della storia comincia a scrivere ai vari mezzi di informazione, si trova in una situazione da cui non vede via di uscita se non soffrire. Dal Comune di Angri l’assessore al patrimonio e transizione digitale Maria Immacolata D’Aniello ha precisato che “il Comune non centra nulla in questa storia perché la competenza per l’attivazione dell’ascensore è esclusivamente dei condomini e non del Comune che è proprietario degli alloggi ma non risponde delle utenze e manutenzioni che spettano a chi abita in queste case, devono essere i condomini a chiamare la ditta privata con cui fare contratto e far partire l’ascensore”.

Una doccia fredda per Maria Cascone che comunica di avere ricevuto la chiamata dell’assessore alle politiche sociali del comune di Angri Maria D’Aniello che ha precisato di “non essere a conoscenza di questa situazione” e che si sta adoperando “per raccogliere notizie negli uffici comunali interessati per cercare di capire se ci fosse qualche possibilità per poterla aiutare”.

L’assessore D’Aniello si è presa qualche giorno di tempo per continuare ad approfondire il caso e vagliare tutti gli elementi utili per dare una risposta alla donna ormai sfiduciata. Ma, nella vicenda sembrerebbe prendere corpo una ipotesi: la nomina di un amministratore forzato per fare la sintesi tra i condomini che vogliono l’ascensore e quelli che demandano al comune a cui – è stato precisato – non tocca pagare manutenzioni, utenze e meno che mai contattare una società per il via libera all’ascensore.

Redazione

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