De Luca: “In Campania ci sono 80mila alloggi abusivi”
Alloggi abusivi. “In Campania ci sono 80 mila alloggi abusivi sorti mentre avevamo le norme più vincolistiche del mondo. Tutto ciò a conferma del fatto che le leggi astratte non difendono il territorio, ma lo condannano a morte. Qui si rischia di non poter fare più nulla, neanche le case popolari, e questo non è accettabile”. Lo dice Vincenzo De Luca, il presidente della giunta regionale della Campania, che ieri è intervenuto alla presentazione di una giornata di studio sul nuovo Piano paesaggistico a Santa Maria la Fossa (Caserta), nel bene confiscato intitolato a Pio La Torre, dove era presente anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Demolizione impossibile
“La verità è che non si possono demolire 80mila immobili abusivi, come quelli che abbiamo in Campania, ma fare una classificazione e abbattere quelli realizzati dalla camorra o in zone a rischio idrogeologico, sismico o paesaggistico, le seconde case” dice De Luca.
Una sanatoria
Rivolgendosi proprio al titolare del Viminale, De Luca ha aggiunto che “per altre abitazioni abusive, specie prime case, bisogna avere la possibilità di fare una sanatoria, e mi riferisco a molte zone del Casertano e del Napoletano dove non ci sono problemi di carattere idrogeologico né situazioni di trasformazione negativa del territorio, anzi. Per far finta di essere ambientalisti non facciamo nulla”.
Il Piano paesaggistico
“Con l’attuale Governo abbiamo trovato forme di collaborazione molto seria. Anche al ministero per i Beni culturali” sostiene De Luca che sembra indirizzato a una rimodulazione, se non addirittura a una eliminazione di vincoli che ritiene siano troppo stringenti. Il piano paesaggistico regionale della Campania potrebbe essere “adottato entro il prossimo anno e se possibile anche prima” ha ancora affermato il governatore.
Depauperamento dei suoli
Tra i dieci Comuni italiani dove maggiore è il consumo di suolo, nove sono nella Provincia di Napoli. Dopo Casavatore (90% di suolo cementificato) ci sono Arzano con il 78,9 % di suolo compromesso e Melito di Napoli con il 76 % ai vertici nazionali. Devastante l’impatto nell’hinterland partenopeo, che fino agli anni Sessanta dello scorso secolo persisteva la campagna fertile e oggi ridotta a una conurbazione di cemento: palazzi, aree industriali spesso semideserte, ipermercati, centri commerciali come riporta il “Corriere del Mezzogiorno”.
RePol