Scafati. Riequilibrio di bilancio. Aliberti alza la voce con i dirigenti sulle farmacie e l’Acse
Piano di riequilibrio pluriennale del Comune di Scafati: nel mirino del sindaco Pasquale Aliberti finiscono le attività non ancora svolte dagli uffici comunali. La guida di Palazzo Mayer ha inviato una nota al responsabile delegato di settore per contestare una serie di problematiche che a suo avviso sarebbero state definite in ritardo.
La rabbia del sindaco
Nelle ultime settimane il primo cittadino scafatese ha fatto pervenire al responsabile del settore Finanze e Personale del Comune una nota che sa di vera e propria diffida. Dopo la difficile udienza alla Corte dei Conti – con tanto di pesanti censure su come fino a ora si è affrontato il problema del riassetto del bilancio – Aliberti ha infatti richiesto una decisa accelerazione all’apparato burocratico su alcuni temi fondamentali per il piano di riequilibrio economico a cui è sottoposto l’ente. Questioni sulle quali il sindaco lamenta di non aver avuto alcun risultato richiesto, a partire dalla proposta di deliberazione di transazione con il Consorzio Farmaceutico Intercomunale per appianare il debito di circa 3 milioni che grava anche sulla futura vendita delle cinque strutture.
La pressione sugli uffici
Aliberti ha pressato gli uffici anche sulla pubblicazione della manifestazione di interesse per l’individuazione dei componenti del Collegio sindacale della società partecipata Acse S.p.A., sulla predisposizione del bilancio di previsione e del rispettivo Dup. Aspetti che si legano alla futura approvazione del rendiconto 2023, documento che dovrà essere mandato alla Corte dei Conti e che rappresenta di fatto l’ultima spiaggia per evitare il dissesto finanziario, così come sottolineato dagli stessi giudici dell’organo di controllo.
Le missive indirizzate
Le missive del sindaco inviate agli uffici dell’Ente e girate in due casi al prefetto e alla Procura della Repubblica agitano non poco il dibattito politico in città. A partire dalle minoranze, con il consigliere Michele Grimaldi che, dopo aver letto i documenti ottenuti con un accesso agli atti, ha stigmatizzato il comportamento del sindaco: «Aliberti – sottolinea – dovrebbe capire che l’essere uno e trino è prerogativa che appartiene a qualcuno più in alto di lui, e che quindi, essendo il Sindaco, non può fare anche l’opposizione a se stesso»; e aggiunge: «Se ritiene che alcuni suoi dirigenti non operino bene o addirittura non rispettino le norme, ha tutto il potere e il dovere di intervenire, e di sostituirli».
La precisazione
Il primo cittadino invece difende il suo operato e quello dei dirigenti, spiegando che le note nascono nell’ottica di «far comprendere a chi ci osserva a distanza di quello che stiamo facendo in questa città per mancanza di comunicazione dagli organi preposti alle quali spesse volte interessa l’inciucio di quartiere piuttosto che le questioni serie di cui ci stiamo occupando». E aggiunge: «Abbiamo trovato tante irregolarità citate in quello stesso decreto che a distanza di sette anni non sono state mai sanate come gli alloggi occupati abusivamente, le case di proprietà del comune per le quali non vengono pagati i fitti… e non solo».
«Un sindaco – spiega – ha il dovere di metterci la faccia. Io ho sentito semplicemente il dovere di espormi senza mai riversare responsabilità sui dirigenti che sollecito ogni giorno nelle attività da farsi affinché questo palazzo sia trasparente, la casa di tutti, ad esclusione di chi non ha il rispetto delle regole».
Alfonso Romano