Angri. Diversamente abile prigioniera in casa da un anno. Inutili gli appelli di Maria Cascone
È passato più di un anno da quando Maria Cascone di Angri rivolse un appello alle istituzioni affinché si interessassero del suo caso. ma la situazione è rimasta uguale, addirittura peggiorata, perché prima almeno c’era il compagno 80enne a portarle a mano la spesa fino al terzo piano. L’uomo, poi, si è infortunato e Maria oggi incontra serie difficoltà a procurarsi la spesa. Affetta da piedi torti dalla nascita, ha subito molti interventi nel tempo, costretta a indossare delle calzature ortopediche speciali che non le permettono di poter salire le scale come chiunque altro. Tre anni fa ha ricevuto un alloggio popolare munito di ascensore che non è a oggi funzionante. Un paradosso per lei. Praticamente prigioniera in casa, non libera di uscire di casa per una passeggiata e quando avviene deve afferrare la ringhiera e scendere piano mentre a salire la spinge alle spalle il compagno. Una casa in cui ha investito pure molti dei suoi risparmi per adattarla alle proprie esigenze di ogni giorno.
Problemi di spesa
Nell’immobile di edilizia popolare dove abita, vicino al Liceo Don Carlo La Mura, gli altri condomini non se la sentono di partecipare alla spesa. Qualche tempo fa c’era stato pure un amministratore di condominio poi ha rinunciato all’incarico. Maria Cascone ha chiesto più volte al Comune di Angri di intervenire nella vicenda che resta senza una soluzione. Nel marzo scorso quando è arrivata in città la ministra per le disabilità Alessandra Locatelli è riuscita ad avere un colloquio con Lei grazie al consigliere provinciale Giuseppe Del Sorbo della Lega. “Il ministro mi ha preso le mani, mi ha accarezzata, è stata davvero sensibile e buona, mi ha ascoltata per tutto il tempo, le ho raccontato le mie vicissitudini per questo problema” spiega Maria.
L’appello
Ora il suo problema è la difficoltà a poter ricevere la spesa, non sempre riesce a trovare persone che le portino i cibi a casa o che sbrighino per le commissioni da fare. “Quando sentono che devono arrivare a piedi con questo caldo fino al terzo piano si scoraggiano” aggiunge avvilita. “Mi serve l’ascensore, non posso stare così, qualcuno mi aiuti!” conclude la donna 62enne.
Mancanza di assistenza
Al dramma della mancanza dell’ascensore si aggiunge pure la difficoltà di reperire persone che le portino ciò che le occorre fino a casa. Sola e senza aiuto sta cadendo in depressione vivendo giorni di avvilimento. Dopo un anno dall’appello continua a stare senza ascensore in un immobile popolare dove ha ricevuto in assegnazione la casa. Insieme a un altro condomino e un anziano del piano superiore aveva acquistato pure la scheda per l’ascensore ma nulla, il mezzo non è mai partito e nel frattempo è morto pure l’anziano signore che aveva partecipato alla spesa. Occorrerebbe la collaborazione di tutti i condomini. Un edificio in cui tra l’altro per diverso tempo non c’è stato nemmeno un amministratore condominiale.
Una possibile soluzione
Ma forse uno spiraglio potrebbe aprirsi a breve perché è stato investito del compito Aniello Gerardo Amato (in attesa di formalizzare l’incarico) apprezzato per le sue doti di dialogo, cattolico impegnato nel sociale e volontariato. Dai modi garbati e soprattutto costruttivo. “Sono fiducioso – commenta Amato – che si possa trovare una soluzione su cui lavorerò a breve”.
Anna Villani