Angri. Palio dei veleni, Duro accusa la giunta Ferraioli. L’atto d’accusa del presidente della Deputazione,
Giornate stravolte, attività limitate, fornitori non pagati lo scorso anno sono alcuni dei punti di rottura tra i borghi che da oltre 30 anni diventano protagonisti della manifestazione, passato da quasi un decennio in mano al Comune di Angri. Una scelta ai tempi fatta per istituzionalizzare il palio storico, permettendo in teoria una più veloce organizzazione di tempi e spazi a livello burocratico, senza contare possibilità maggiori di finanziamenti dedicati.
La “purga” della Giunta
Ma delle promesse sancite in consiglio comunale diverso tempo fa non resterebbe più nulla secondo di Gennaro Duro, che ha denunciato una vera e propria estromissione per lui e i maggiori rappresentanti dei vari borghi per una manifestazione culturale priva del suo senso storico. «Il palio storico prima delle guerre mondiali rappresentavano uno dei momenti di maggiore aggregazione per la città di Angri. Dopo un periodo di stallo, oltre 30 anni fa, i sei borghi rappresentativi si sono impegnati per ridare lustro a una manifestazione che incarna la storia del nostro territorio. Con l’istituzionalizzazione pensavamo di aver creato le possibilità di un nuovo rilancio in termini organizzativi, ma ci troviamo da tempo a fare fronte invece con una politica che, senza rispetto per la storia, vuole stravolgere tutto, privando il Palio del suo valore» ha spiegato il presidente della Compagnia dei Cavalieri di San Giuda Taddeo.
La critica alla tempistica dell’evento
Tanti sono i punti messi in critica dai vari borghi, dalla decisione in primis di cambiare i giorni della manifestazione, divisi in due sabati e due domeniche, in un solo week end compreso di venerdì, sabato e domenica. Se i giorni vengono limitati, anche le attività nelle stesse giornate sembrerebbero limitate se non addirittura stravolta, come ha spiegato ancora Duro: «Non è stato possibile, e non lo sarà, far esibire i nostri arcieri come da rituale, sostituiti da gruppi esterni che si esibiranno per i più piccoli senza però rappresentare a pieno una storia centenaria. Così come ci è stata privata la possibilità di utilizzare il fossato per presunti motivi di sicurezza, senza contare che tanti fornitori dello scorso anno risultano non esser ancora stati paganti dall’ente, portando quindi tra gli addetti ai lavori ulteriore cattiva pubblicità».
Alfonso Romano