«Chi fa ammore va camminanne» intervista a Hiram Salsano, autrice del testo

Abbiamo incontrato la ricercatrice alla villa De Ruggiero di Nocera Superiore per parlare dell’identità del territorio dei Monti Lattari. L’evento è stato organizzato dalla Pro Loco Urbs Nuceria.

Da sinistra a destra: onorevole Pasquale Cuofano; presidente Pro Loco Urbis Nocera Giovanni Rescigno; cerimoniere Giovanni Palma; scrittrice ed etnografo Hiram Salsano; scrittore Pino Lodato.

Classe ’88, nasce ad Agropoli (Sa), ha seguito importanti studi universitari per avere conoscenza del sapere antropologico, è ricercatrice etnografica indipendente, dunque Salsano pone la sua attenzione  sul repertorio di tradizione orale del Sud Italia, su due aree precise: Monti Lattari e Monti Alburni. A questo suo sapere autentico, si aggiunge anche il suo essere cantante, musicista e  danzatrice. Salsano fa attività di ricerca  anche nel campo musicale, ciò l’ha premiata ottenendo importanti riconoscimenti su un contesto globale: l’album «Bucolica» viene inserito tra i primi 10 dischi della Transglobal World Music Chart e fra i primi 20 della World Music Charts Europa, oltre che tra i primi 3 Mundofonìas. L’evento di presentazione del libro, edito da PrintArt Edizioni, è stato voluto fortemente da alcuni soci della Pro Loco Urbs Nuceria: Salvatore Boccia e Paride Marazia. Salsano racconta il suo libro e contestualmente «Bucolica».

Cosa descrive il testo «Chi fa ammore va camminanne»?

«Noi stasera abbiamo presentato 2 tipi di lavori, uno che parte, appunto, da una raccolta monografica delle registrazioni raccolte nell’area dei Monti Lattari che si intitola “Chi fa ammore va camminanne” e l’altro, invece, è un lavoro di arrangiamento, di riscrittura, di quello che è un repertorio musicale che si chiama “Bucolica”».

Alcuni momenti salienti dell’evento.

L’album Bucolica ha avuto grande successo anche all’estero, che idee hanno gli stranieri di queste sue canzoni?

«Sicuramente le nostre musiche sono affascinanti, sia per modalità esecutiva, sia per l’intensità dei suoni, sono suoni legati all’origine agropastorale. L’utilizzo che cerco di fare, attraverso elementi contemporanei, come l’utilizzo della loop station, riproduco dei loop molto vocali, cerco di apportare un contributo innovativo alla musica tradizionale».

Nella musica si sente questo spirito ancestrale, lei vive l’ambiente bucolico?

«Sì, perché mi sono ritrovata a 11 anni teletrasportata da Cava de Tirreni a Castelcivita, che è un paesino dalla natura super wild, mi sono ritrovata lì a pascolare con le capre».

Hiram Salsano.

Di quanto avremmo bisogno di questo ambiente bucolico?

«Tantissimo. Il mio lavoro artistico attinge da lì, è una fonte di ricarica e di creatività infinita. Le aree urbane vano vissute, perché ci danno modo di avere più servizi, però quando si può c’è il bisogno di fare una fuga in campagna che ci porta a noi stessi».

Quante volte fa queste fughe?

«Io sono immersa in questa fuga, abito in una casetta di legno, ho pochi vicini nei paraggi».

Oltre «Bucolica» ci sarà un altro album?

«Sto lavorando a un nuovo disco che prevede l’utilizzo dei canti della tradizione orale per voce e loop station, quindi ne vedremo ancora di sperimentazioni».

Marco Visconti