Se otto anni fa qualcuno le avesse chiesto quanti anni avesse, avrebbe risposto “17”. E se le avessero chiesto qual era il suo colore preferito, probabilmente avrebbe descritto il blu degli occhi del suo fidanzato.
Lui, a 19 anni, era già adulto nella sua mente, l’uomo con cui immaginava il futuro.
Se otto anni fa le avessero raccontato come sarebbe stata la sua vita nel 2024, probabilmente non avrebbe potuto fare a meno di ridere, pensando che fosse uno scherzo di cattivo gusto. Avrebbe pensato che certe cose si vedono solo in tv, in quelle storie di violenza e abusi, dove mariti e compagni diventano tiranni.
Ma quella non è una finzione. Se avesse potuto rivedere il film della sua vita, in quel pomeriggio di dicembre 2024, forse avrebbe scelto occhi diversi, un altro colore, un altro uomo.
Non è andata così, perché nelle relazioni non ci sono avvertenze. Non ci sono bugiardini con gli effetti collaterali stampati sulla confezione.
E quegli effetti collaterali, dolorosi e inaspettati, si scoprono solo quando è troppo tardi. Arrivano lentamente, dopo qualche anno.
Il tempo giusto per costruire una vita insieme, per mettere su famiglia. Non un matrimonio, ma una convivenza che sembra serena, in una piccola casa, accanto alla suocera, con un figlio tanto desiderato.
Il piccolo, adesso, ha 3 anni. E per lei, ora donna e madre, i sogni da ragazzina sono svaniti sotto il peso di una mano.
Accade da tempo. Lui è un lavoratore marittimo, imbarcato per mesi in mare. Torna a casa dopo lunghe assenze. Quando lo fa non c’è spazio per le carezze. Solo per la rabbia.
Picchia la compagna, insulta la madre. Poco importa se il piccolo ne è testimone.
Le impone di non incontrare amiche, di isolarsi. Le tira i capelli, la prende a schiaffi, poi un colpo forte con quella sedia di plastica in cucina. L’afferra per il collo, le fa saltare un dente.
E’ certo di essere tradito e allora ancora botte. Pure col casco da motociclista
L’ultima volta un giorno fa. E’ appena rientrato a casa dopo l’ennesima traversata in mare.
La sua rabbia si accende subito, le valigie ancora poggiate all’ingresso.
Colpisce la compagna, le strappa i capelli. La butta a terra, la stringe forte.
Lei grida mentre la suocera filma tutto terrorizzata. Un video di pochi istanti, interrotto da un colpo secco alla pancia. Un calcio ben assestato la fa svenire. La ripresa si interrompe, scende il buio.
Qualcuno sente quelle grida strozzate e compone il 112.
I carabinieri della sezione radiomobile di Torre del Greco arriveranno in pochi istanti e per quel 27enne scatteranno le manette.
Agli atti finiranno anche quelle registrazioni terribili, pochi secondi, mostrate ai militari durante la stesura della denuncia. Per le vittime lesioni ritenute guaribili in 5 giorni.
Per il marittimo le porte del carcere di Poggioreale che dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia.