Portogruaro, consulenza su un’anziana: avvocati di Angri offesi dal CTU

La risposta del CTU sarebbe stata: “Io so quello che devo fare, Lei vada a fare l’avvocato ad Angri”, lasciando intendere una presunta inadeguatezza dei professionisti del Sud Italia rispetto a quelli del Nord.

Un episodio grave e inaccettabile si è verificato il 12 marzo 2025 a Portogruaro (VE), durante una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) su un’anziana di 84 anni, affidata a un amministratore di sostegno dallo scorso agosto. La vicenda è stata denunciata dagli avvocati Andrea Milo e Vincenzo Desiderio, del Foro di Nocera Inferiore (SA), che hanno segnalato il comportamento del consulente tecnico d’ufficio, dott. Sossio Amodeo, nominato dal Tribunale di Venezia.

Il caso: consulenza dubbia e atteggiamenti discriminatori

Secondo quanto riportato dagli avvocati, nel corso della consulenza, il CTU avrebbe estratto un documento dattiloscritto di provenienza ignota e privo di firma, contenente informazioni mai citate nel procedimento. Alla richiesta di visione del documento, nel rispetto del principio del contraddittorio, il consulente si sarebbe rifiutato di mostrarlo, arrivando a rispondere con toni intimidatori: “State zitti altrimenti vi caccio”.

Ma la frase più grave è arrivata quando l’avvocato Vincenzo Desiderio ha chiesto spiegazioni sul metodo con cui le domande poste alla donna potessero determinare la sua capacità o incapacità psico-fisica. La risposta del CTU sarebbe stata: “Io so quello che devo fare, Lei vada a fare l’avvocato ad Angri”, lasciando intendere una presunta inadeguatezza dei professionisti del Sud Italia rispetto a quelli del Nord.

Una denuncia per difendere la professionalità

L’episodio, documentato dagli avvocati anche tramite registrazione video, ha indignato non solo i legali coinvolti ma l’intera categoria forense. “Non si tratta solo di una questione professionale, ma di una vera e propria discriminazione territoriale, inaccettabile in un contesto giuridico che dovrebbe garantire equità e rispetto”, dichiarano gli avvocati Milo e Desiderio.

La vicenda riaccende i riflettori su presunti abusi nell’istituto dell’amministrazione di sostegno, spesso oggetto di inchieste giornalistiche come quelle de Le Iene. Il sospetto degli avvocati è che l’anziana, in buone condizioni di salute, sia stata affidata a un amministratore non per reale necessità, ma per interessi di terzi.

Appello ai media e alle istituzioni

Gli avvocati hanno chiesto alla stampa di dare massima visibilità alla vicenda, affinché simili atteggiamenti non passino inosservati. “Chiediamo che episodi del genere non si ripetano e che venga fatta chiarezza sul comportamento del CTU. La giustizia non può essere terreno di discriminazione né di soprusi”, concludono.

Resta ora da vedere se il Tribunale di Venezia prenderà provvedimenti nei confronti del consulente e se verranno avviate indagini per verificare la regolarità dell’intero procedimento.

Redazione

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