La notizia che Pompei non sarà la Capitale Italiana della Cultura per il 2027, a seguito della proclamazione di Pordenone come vincitrice del concorso indetto dal Ministero della Cultura, ha suscitato un acceso dibattito all’interno del consiglio comunale.
Se da un lato l’amministrazione difende con orgoglio il progetto “Pompeii Continuum”, dall’altro i sette consiglieri di minoranza (Domenico Di Casola, Marino Veglia, Salvatore Caccuri, Michele Troianiello, Angelo Calabrese, Luisa De Angelis e Alberto Robetti) hanno espresso forti critiche sulla gestione della candidatura.
Il progetto, sostenuto da oltre 100 città campane, ha portato Pompei tra le dieci finaliste, un risultato che l’amministrazione considera comunque positivo. Il sindaco Carmine Lo Sapio ha espresso la propria delusione per la mancata vittoria, ma ha sottolineato l’importanza del percorso e l’intenzione di proseguire con eventi culturali nel 2027, indipendentemente dall’esito del concorso. Tuttavia, i consiglieri di opposizione non risparmiano critiche, accusando la giunta di “sprechi di risorse pubbliche senza una pianificazione concreta”. Secondo i sette consiglieri, la candidatura sarebbe stata basata su “basi deboli”, senza un vero coinvolgimento della cittadinanza e delle realtà locali. In una nota congiunta, gli esponenti dell’opposizione affermano che il progetto culturale sarebbe stato troppo focalizzato su “le solite cartoline” – gli Scavi, il Santuario, il Vesuvio – a scapito di un coinvolgimento collettivo, come riporta “Made in Pompei“.
Le critiche si concentrano sulla scelta di investire risorse in eventi definiti “simbolici”, senza affrontare i problemi strutturali della città. I consiglieri accusano l’amministrazione di non avere un piano organico per il turismo e la cultura, e lamentano la carenza di servizi essenziali come trasporti pubblici efficienti, servizi igienici adeguati e infrastrutture per i visitatori.
Particolarmente controversa, secondo l’opposizione, è stata anche la gestione economica della candidatura, che avrebbe comportato un costo di circa 270mila euro, tra la redazione del progetto e gli eventi già realizzati. A fronte di tali spese, i consiglieri sottolineano che Pompei resta priva di investimenti in settori cruciali come le politiche giovanili, le biblioteche pubbliche e il teatro comunale.
La minoranza mette in dubbio anche le dichiarazioni del sindaco su uno stanziamento di 4 milioni di euro per eventi culturali nel 2027, sostenendo che a bilancio “non esiste alcun fondo destinato a tali iniziative”. Concludono chiedendo un cambio di rotta per Pompei, evidenziando che le prossime elezioni comunali del 2026 rappresenteranno un momento cruciale per il futuro della città.