È da poco uscito il nuovo libro di Giuseppe Barbella, intitolato “Uomini, soldati, eroi, vittime: angresi. Racconti di un passato che non dobbiamo dimenticare” (Wood & Stein).
In questo volume di 260 pagine, l’autore, con la sua consueta scrittura chiara e fluida, ci accompagna alla scoperta delle ombre della storia, raccontando le vicende di Angri e dei suoi giovani coinvolti nelle due guerre mondiali.
Con uno stile narrativo limpido e coinvolgente, Barbella si propone di far emergere episodi dimenticati o mal raccontati, restituendo dignità a momenti che non solo definiscono la storia del paese, ma anche il sacrificio e il coraggio di coloro che hanno vissuto quelle tragedie.
Un’opera che ci invita a non dimenticare, a onorare la memoria dei protagonisti di una storia che non può essere trascurata. Sono le storie di quei figli angresi che oggi, finalmente, hanno un volto e trovano la giusta e meritevole descrizione.
Giuseppe Barbella è un ingegnere, autore e divulgatore culturale per passione.
Sposato e padre di due figli, è cresciuto tra i cortili, gli oratori e le strade di Angri, dove vive ancora oggi, dedicandosi alla famiglia, al lavoro e ai suoi progetti personali.
Figlio di angresi, ha trascorso l’infanzia viaggiando per Italia al seguito del padre, Primo Maresciallo della Marina Militare e dove Giuseppe anni dopo, decide di indossare con orgoglio la divisa della Marina Militare, un’identità che continua a custodire con fierezza.
Laureato in Ingegneria Informatica (V.O.) presso università Federico Il di Napoli, ha saputo unire le sue competenze tecniche alla passione per la comunicazione.
Nel tempo ha costruito una carriera che coniuga tecnologia, insegnamento e cultura. Dopo alcuni anni come professore di Informatica nelle scuole superiori, dal 2014 opera nel settore dei Beni Culturali.
Ha fatto parte dello staff del Grande Progetto Pompeie oggi lavora nell’area Comunicazione del Parco Archeologico di Pompei, contribuendo a valorizzare uno dei siti più iconici al mondo. Fondatore e curatore del blog angrese “Le Tre Scimmiette”, grazie alla sua passione e alla capacità di connettersi con il pubblico, ha costruito una comunità di quasi 150.000 follower sui social network.
Autore su Wikipedia, si dedica in particolare alla scrittura e all’ampliamento di voci relative alla storia, alla cultura e alle tradizioni di Angri.
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, continua a dedicarsi alla promozione culturale, rimanendo profondamente legato alle sue radici e alla storia del suo territorio.
Questo libro non è un manuale di storia. Non è un’analisi dettagliata dei conflitti mondiali, né un saggio sulle complesse vicende geopolitiche che hanno segnato il Novecento.
È, invece, un’opera di memoria, un tributo a coloro che hanno dato tutto per il proprio paese, per la propria famiglia, per un futuro che non avrebbero mai visto.
Questo libro è un omaggio ai caduti angresi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, uomini le cui vite si intrecciarono tragicamente con gli eventi che travolsero il mondo.
Quante volte, passando per Piazza Doria, abbiamo posato lo sguardo sul monumento ai caduti?
E quante volte, leggendo quei nomi, ci siamo chiesti chi fossero davvero quegli uomini.
Che vite conducevano prima che la guerra li travolgesse?
Quali sogni coltivavano, quali paure cercavano di scacciare, quali speranze nutrivano per il futuro?
Dietro ciascuna di quelle incisioni c’è una storia, un volto, una vita vissuta in tempi difficili, segnata da sacrifici indicibili.
Erano figli, padri, mariti, amici, strappati alle loro famiglie, ai loro sogni, alla loro terra. Vivevano ad Angri, la stessa Angri che conosciamo oggi, forse in un tempo più semplice, o almeno così ci piace immaginare.
Ma la guerra non conosce semplicità, e quegli anni portarono con sé sfide e dolori che solo chi li ha vissuti può davvero comprendere.
I loro nomi sono scritti nella pietra, ma il loro ricordo rischia di perdersi nel vento, scivolando via con il passare delle generazioni.
Questo libro nasce dal desiderio di impedire che ciò accada. Vuole far sì che quegli uomini non rimangano semplici nomi scolpiti su un monumento, ma che possano tornare a vivere nelle pagine di questo volume, attraverso le storie dei loro sacrifici e della loro umanità.
Non possiamo raccontare tutto di loro, ma possiamo tentare di ricostruire le loro vite, immaginare i loro volti, dare forma ai loro pensieri nei momenti più difficili.
Ogni nome che leggerete non è solo una parte di un freddo elenco, ma un’anima che ha camminato per le strade di Angri, che ha amato, sperato e, alla fine, combattuto.
Narrare di loro significa ripercorrere una parte importante della nostra storia collettiva, ma soprattutto significa tenere alta la memoria, riportandoli alla luce non come semplici figure sbiadite dal tempo.
Ricordare che quei caduti non furono semplici vittime di un conflitto lontano, ma persone reali, che camminavano per le stesse strade che percorriamo oggi, si fermavano nei luoghi che conosciamo, vivevano vite normali, spezzate troppo presto da eventi fuori dal loro controllo.
Ricordare significa riconoscere che, dietro la guerra, ci sono stati individui con storie personali e un vissuto unico, uomini che hanno dovuto affrontare difficoltà inimmaginabili e che meritano di essere riportati alla luce.
Attraverso le loro storie, impariamo a comprendere meglio non solo il passato, ma anche chi siamo oggi.
E così, i caduti angresi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale tornano a essere ciò che furono: uomini, soldati, eroi, vittime.
Speriamo che, leggendo queste pagine, anche voi possiate fermarvi, la prossima volta che passerete per Piazza Doria, e guardare quei nomi con occhi diversi.
Non come semplici segni su una pietra, ma come testimoni di vite che meritano di essere rispettate e ricordate.