Malattia di Crohn: nuove prospettive terapeutiche e gestione in Campania

La malattia di Crohn è una patologia infiammatoria cronica intestinale (MICI) di origine multifattoriale che colpisce circa 5.000 persone in Campania

La malattia di Crohn è una patologia infiammatoria cronica intestinale (MICI) di origine multifattoriale che colpisce circa 5.000 persone in Campania, sebbene il numero reale sia probabilmente più alto a causa della mancanza di un registro ufficiale e dei ritardi diagnostici. Secondo la professoressa Fabiana Castiglione, esperta di gastroenterologia presso l’AOU “Federico II” di Napoli, la diagnosi precoce è fondamentale per avviare terapie tempestive ed evitare complicanze che possano richiedere interventi chirurgici.

La malattia si manifesta con sintomi variabili, tra cui dolore addominale, diarrea cronica, perdita di peso e manifestazioni extraintestinali come artriti e problemi cutanei. Il 25-30% dei pazienti sviluppa anche malattia perianale, con gravi ripercussioni sulla qualità della vita. Tuttavia, i progressi terapeutici degli ultimi vent’anni hanno migliorato il trattamento grazie ai farmaci biotecnologici, capaci di rallentare l’evoluzione della patologia.

Tra le nuove opzioni terapeutiche, si distingue mirikizumab, recentemente approvato dalla Commissione Europea per il trattamento della malattia di Crohn attiva moderata-severa nei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali o ai farmaci biologici. Questo farmaco, già autorizzato in Italia nel 2024 per la colite ulcerosa, agisce bloccando l’interleuchina-23p19, una proteina chiave nell’infiammazione intestinale.

Secondo i dati dello studio VIVID-1, mirikizumab ha dimostrato una remissione clinica nel 54,1% dei pazienti dopo un anno di trattamento, contro il 19,6% dei pazienti trattati con placebo. Inoltre, lo studio VIVID-2, che analizza l’efficacia del farmaco fino a tre anni, ha evidenziato che oltre l’80% dei pazienti ha mantenuto la risposta endoscopica e quasi il 90% ha conservato la remissione clinica nel secondo anno.

La Regione Campania ha introdotto un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) specifico per le MICI e sta sviluppando una rete regionale per garantire una gestione integrata e multidisciplinare della malattia. Presso l’AOU “Federico II” di Napoli, il Centro MICI segue oltre 7.000 pazienti con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo gastroenterologi, chirurghi, radiologi, reumatologi, dermatologi e nutrizionisti. È attivo anche un call center per il supporto ai pazienti e un servizio di televisita per garantire continuità assistenziale.

“L’obiettivo – conclude la professoressa Castiglione – è offrire una presa in carico globale per una malattia cronica che impatta molteplici organi e apparati, assicurando ai pazienti un accesso rapido alle cure e un miglioramento della qualità di vita”.

Redazione

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