Ciambriello: “Numeri allarmanti nelle carceri campane, servono misure alternative”

A lanciare l’allarme è il Garante dei detenuti campani Samuele Ciambriello, che ha fornito un quadro dettagliato

Situazione sempre più critica nelle carceri della Campania, dove convivono generazioni diverse ma tutte accomunate da storie di disagio, marginalità e, in troppi casi, mancanza di alternative. A lanciare l’allarme è il Garante dei detenuti campani Samuele Ciambriello, che ha fornito un quadro dettagliato e preoccupante dello stato dell’esecuzione penale in regione.

“Attualmente nelle carceri campane ci sono 402 giovani tra i 18 e i 24 anni, ma anche 594 detenuti tra i 60 e i 69 anni e 143 oltre i 70. Il dato più drammatico riguarda però i minori: nel 2023, 6.200 ragazzi in Campania e 14.000 in tutta Italia sono stati fermati, denunciati, affidati ai servizi sociali, inseriti in comunità o, per reati più gravi, portati in carcere”.

Mentre parlava ai giornalisti, Ciambriello ha sottolineato che 2.005 minori risultano attualmente presi in carico dai servizi sociali. “38 di loro sono stati accusati di tentato omicidio, 6 di omicidio consumato, 4 di tentato omicidio stradale. I reati tra i minori stanno crescendo e vanno prevenuti, non solo repressi. Non basta la detenzione”.

Nel 2023, in Campania, le denunce a carico di minori sono state 2.692, molte per reati gravi. Da qui l’appello alla politica: “Serve una svolta. Come Garante, insieme al mio staff, abbiamo incontrato 1.429 detenuti, effettuato 165 interventi sanitari, presentato 13 denunce alle Procure, scritto 39 volte al DAP e 25 volte al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria. Ho ricevuto 181 lettere in un anno da persone private della libertà”.

Ma è sui detenuti a fine pena che Ciambriello punta i riflettori per una riforma immediata:

814 detenuti in Campania stanno scontando solo un anno di pena, 374 addirittura sei mesi. Chiedo ai direttori delle carceri: segnalateci questi casi, cerchiamo soluzioni alternative. Non è accettabile mandare in cella qualcuno per sei mesi. Che tipo di reato può giustificare una misura così breve? Questo approccio va superato”.

Il Garante ha poi denunciato l’inadeguatezza delle strutture per la salute mentale:

“Abbiamo 1.709 detenuti tossicodipendenti e 620 con disturbi psichiatrici, ma solo due REMS in tutta la regione. A Poggioreale ci sono 2.082 detenuti e solo due psichiatri. In questi casi, il carcere è solo un moltiplicatore di sofferenza. Serve un sistema basato su misure alternative e comunità terapeutiche”.

Infine, un appello al legislatore:

“In Italia ci sono 8.000 detenuti che devono scontare meno di un anno, 3.004 solo sei mesi. Come Portavoce nazionale dei Garanti, rilancio al ministro Nordio e al Parlamento la richiesta di un provvedimento di indulto o amnistia, per sbloccare la macchina penitenziaria e riportarla su binari costituzionali. Non è solo una questione di spazi, ma di diritti e civiltà giuridica”.

Redazione

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