Ieri, verso le ore 20:30, è iniziato lo spettacolo teatrale “La Pausa. Omaggio senza pretese a Eduardo De Filippo” presso la chiesa della Santissima Addolorata. Qui, come tradizione, ci sono momenti culturali e artistici grazie alla collaborazione tripartita tra Nicolantonio Napoli presidente di Casa Babylon, Nunzia Gargano responsabile di Ritratti di Territorio e Rino Buonocore priore della Santissima Addolorata. È l’attore Vincenzo Sabatino, classe 2005, al centro dell’opera, la cui direzione artistica è stata sapientemente curata da Nicolantonio Napoli.
Il monologo di Sabatino, nutrito dal lento suono della chitarra di Giovanni Tommaso Tortora, ha omaggiato il grande De Filippo con alcuni suoi spaccati artistici. L’attore, però, è andato oltre il momento encomiastico, evidenziando una narrazione nella narrazione dove l’esasperata follia umana incontra uno sfondo claustrale come quello di una chiesa. Il linguaggio serrato e deciso dell’autore, le immagini cristologiche, i rimandi a De Filippo, danno sfogo a uno spaccato artistico del tutto inedito.
Sono stati 40 minuti intensi, Sabatino si muove nervosamente sull’altare tra revolver, moka e candele, dove, per queste ultime, ogni luce richiama un nome, ogni nome un racconto, ogni racconto prende la firma di De Filippo. Emblematica la chiosa finale, in un uomo che non trova pace, perso tra le pareti sacre di una chiesa, rintona la lirica “Io vulesse truva’ pace” mentre il suo “menestrello”, circondato da luci/chiodi, lo traina per il corridoio dell’edificio. Ovazioni per lo spettacolo, applausi scroscianti, suoni nostalgici per il teatro, di un teatro, viene da aggiungere, giovanile che ha la firma del paganese Sabatino.