Poche ore prima di essere arrestato per l’omicidio di Silvia Nowak, il suo compagno 63enne tedesco, aveva partecipato alla cerimonia di inaugurazione di una panchina rossa, simbolo contro la violenza sulle donne, a Castellabate (Salerno).
Una presenza che non ha sorpreso, dato che Dausel aveva sempre preso parte agli eventi organizzati dalla comunità in ricordo di Silvia. Tuttavia, dietro a quella facciata di impegno sociale, si nasconde una tragica verità: l’uomo è accusato di aver ucciso la compagna il 18 ottobre, in un bosco vicino alla sua proprietà, e di aver cercato di distruggere il corpo dando fuoco al cadavere.
Nonostante fosse stato iscritto nel registro degli indagati dal 12 novembre, l’uomo aveva continuato a dichiararsi innocente, mostrando calma e ostentando il desiderio di scoprire la verità. In occasione dell’inaugurazione della panchina rossa, l’uomo aveva deposto delle rose e dichiarato il suo desiderio di tornare a vivere nella casa che condivideva con Silvia, ancora sotto sequestro come scrive l’ANSA.
Le indagini, però, hanno preso una piega drammatica: i carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e distruzione di cadavere.
Secondo la Procura di Vallo della Lucania, il compagno avrebbe ucciso Silvia colpendola ripetutamente con un oggetto contundente e tagliente, e poi distrutto parzialmente il cadavere con il fuoco.
Dopo il delitto, l’uomo aveva denunciato la scomparsa della compagna, che aveva fatto apparire come un allontanamento volontario.
Le indagini si sono estese anche al passato dell’ uomo, secondo una segnalazione dell’Interpol, l’uomo avrebbe cambiato nome in Germania e sarebbe stato coinvolto in diversi crimini negli anni Novanta, tra cui un omicidio.
Inoltre, emergono sospetti su reati contro il patrimonio e frodi informatiche, dettagli che le autorità italiane stanno cercando di approfondire per chiarire meglio il profilo dell’indagato.
Il caso continua ad essere sotto indagine, mentre la comunità di Castellabate resta sconvolta dalla tragedia che ha colpito Silvia Nowak.