Siamo tutti consapevoli che febbraio e giugno rappresentano i mesi più significativi per gli angresi, momenti in cui la devozione si manifesta con una forza straordinaria.
In un’epoca in cui la fede è più che mai necessaria, soprattutto in un mondo segnato da guerre, cambiamenti climatici, fatti di cronaca e violenze su donne e bambini.
Ogni volta che invochiamo San Biagio, Sant’Alfonso Maria Fusco, San Giovanni Battista e Don Enrico, cresce il desiderio di rifugiarsi nei santi, in cerca di conforto e speranza.
Segnare sul calendario gli eventi principali diventa quindi un gesto importante, per non perdersi le tradizioni che ancora oggi sono il cuore pulsante della comunità.
Il 3 febbraio, la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli celebra San Biagio, santo che protegge la voce, gli ammalati di gola e gli otorinolaringoiatri.
LA LOCANDINA DEL PROGRAMMA
La sua figura è legata a un miracolo che lo ha reso famoso: si racconta che guarì un bambino a cui si era conficcata una lisca di pesce in gola.
Dopo aver posto le mani sul corpo esanime, il ragazzo tornò in vita, sputò la spina e ritrovò la salute. Da quel momento, San Biagio è invocato da chi soffre per malattie alla gola.
Ogni anno, la tradizione angrese si rinnova con l’“unzione della gola” e la benedizione dei panini, un appuntamento che si tiene nella nuova chiesa, situata dietro quella vecchia, in via dei Goti.
La chiesetta di Santa Maria di Costantinopoli, un tempo rifugio di serenità lontano dal trambusto quotidiano, rappresentava anche un punto di ritrovo per chi, in quel luogo, trovava pace e spiritualità.
La comunità angrese si distingueva per un forte attaccamento alle proprie origini e alla terra. Nel 1993, il comitato festa decise di recuperare una tradizione storica: il “ciuccio di fuoco”.
Un ciuccio di cartapesta, decorato con fuochi d’artificio, veniva fatto esplodere tra gli applausi della gente.
Questo simbolo della bravura pirotecnica di Luigi e Pirinell ha reso la festa ancora più spettacolare.
Non mancavano giochi pirotecnici, come il “gatto e topo”, che divertivano grandi e piccoli.
La festa di San Biagio è oggi un evento molto sentito, con fedeli che arrivano da tutta la città e dai paesi vicini.
Il momento più atteso è sicuramente la benedizione della gola, quando il sacerdote, con l’olio santo, segna la croce su chiunque desideri ricevere il suo aiuto.
Questa tradizione è talmente radicata che è entrata nel linguaggio popolare con il detto: “San Biàso, ‘o sóle p’e ccàse”.
La festa di San Biagio non è solo un rito religioso, ma anche un’occasione per ritrovare il legame con la storia, i valori e la cultura della comunità angrese.
È un momento per riscoprire quella tradizione che ha segnato generazioni di persone e che continua a vivere nel cuore di chi, ogni anno, partecipa con devozione.
Una cultura ed una tradizione mista d’amore verso la nostra amata terra e al suo popolo.
Anche quest’anno, unzione della gola e per i tipici panini benedetti sarà officiata da Don Luigi La Mura e Don Alfonso Giordano, e da un nutrito gruppo di collaboratori che faranno da cornice alla comunità in questo momento di raccoglimento e fede.